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Primo farmaco antimalaria approvato da 60 anni

By Luglio 23, 2018#!31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:004431#31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:00-12+00:003131+00:00x31 04am31am-31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:0012+00:003131+00:00x312021Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +000044124412amsabato=706#!31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:00+00:0012#Dicembre 4th, 2021#!31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:004431#/31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:00-12+00:003131+00:00x31#!31Sab, 04 Dic 2021 00:44:44 +0000+00:00+00:0012#No Comments
REPUBBLICA.IT

Approvato dalle autorità sanitarie emericane, aiuta i pazienti che convivono con la malattia. Che rimene dormiente per anni e spesso si ripresenta.

È STATO approvato negli Stati Uniti un nuovo farmaco per curare la malaria recidivante. E’ la prima volta in 60 anni che viene dato il via a un medicinale di questo tipo dalla Food and Drug Administration (FDA). Si chiama Krintafel (tafenoquina) e può combattere le recidive di questa malattia che colpisce 8,5 milioni di persone all’anno. La malaria è una patologia molto difficile da trattare perché rimane dormiente nel fegato per anni prima di attivarsi e manifestare sintomi.

“L’approvazione del Krintafel, il primo nuovo trattamento per la malaria da Plasmodium vivax in oltre 60 anni, è un passo molto importante per le persone che convivono con questo tipo di malaria recidivante. Insieme al nostro partner, Medicines for Malaria Venture, riteniamo che Krintafel sarà un farmaco importante e contribuirà allo sforzo per sradicare questa malattia”, spiega Hal Barron, presidente della Ricerca e lo Sviluppo della multinazionale farmaceutica britannica GlaxoSmithKline (GSK), che ha sviluppato il medicinale.

La malaria recidivante è la forma più comune di questa malattia al di fuori dell’Africa subsahariana. I bambini sono particolarmente a rischio. Inoltre le persone infette possono agire come serbatoi della malattia perché se il parassita si risveglia, e la persona infetta viene punta da una zanzara, questa può trasmetterla a qualcun altro. Questo rende difficile l’eliminazione della malattia in tutto il mondo.

Il farmaco è in grado di eliminare il parassita dal suo nascondiglio nel fegato cosicché le persone già affette potrebbero riammalarsi. Esiste già un farmaco, la primachina, che può trattare la malaria che si nasconde nel fegato. Ma a differenza della dose singola di tafenoquina necessaria, primachina spesso deve essere assunta per 14 giorni. Però molte persone smettono di assumere il medicinale dopo pochi giorni perché si sentono meglio, ma questo permette al parassita di risvegliarsi in un secondo momento.

Ora, dopo l’approvazione da parte dell’Fda del Krintafel, il prossimo passo sarà la valutazione del farmaco da parte delle autorità nei paesi in cui questa forma di malaria mette a rischio molte vite. Oggi sono  21 i Paesi vicini all’eliminazione della malaria entro il 2020 ma su questa malattia globale non siamo affatto nella prospettiva di raggiungere complessivamente gli obiettivi 2020, cioè il 40% in meno di mortalità e incidenza rispetto al 2015.

Dalle stime ufficiali i casi di malaria nel mondo nel 2016 erano 216 milioni, 211 milioni nel 2015. Sono in netto calo visto che erano 237 milioni nel 2010. Il 90% dei casi si manifesta nella regione africana. Nei 91 Paesi dove la malaria è endemica, l’80% dei casi riguarda 14 Paesi dell’Africa subsahariana più l’India. L’incidenza è scesa in media tra il 2010 e il 2016 di circa il 18%, con punte del 48% nella regione del Sud Est asiatico. Ma tra il 2014 e il 2016 l’incidenza in molte Regioni dell’Oms è tornata a crescere. Il parassita Plasmodium falciparum, la forma malarica più grave, trasmesso dalla zanzara anofele, è anche la più diffusa (99% dei casi) nell’Africa subsahariana, ma fuori dall’Africa è il Vivax ad essere predominante soprattutto nelle Americhe (64%) e nel Sud Est asiatico ed Est mediterraneo (30 e 40%).

La mortalità globale nel 2016, secondo il Report Oms, si stima sia a quota 445mila, contro i 446mila dell’anno precedente, il 91% nell’Africa. Anche qui, 14 Paesi dell’Africa sub-sahariane più l’India rappresentano l’80% di morti per la malaria. Sono migliorati i numeri sulla mortalità in Sud Est asiatico dal 2010 (-44%) in Africa (-37%) e nelle Americhe (-27%).


Fonte: http://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/

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